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. Terza parte: 1917-18
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agosto = Giuseppe è mobilitato! 23
agosto = Stanotte, fra un razzo e l’altro, fra un crepitio e una
sosta delle mitragliatrici, ho sentito vivo il bisogno di pregare; e
l’ho fatto come non lo facevo più da tempo. 24
agosto = Razzi rossi: il nemico attacca. Razzi rossi intercalati,
sibilanti: gas asfittici. Razzi verdi: allungare il tiro
dell’artiglieria. Razzi bianchi: rinforzi di fanteria. 2
settembre = Sant’Egidio. Messa al campo! Quanto pagherei per essere
a casa, alla festa con tutti i miei cari! … 5
settembre = Sono in ansia per mio fratello Giuseppe che non mi scrive
da 16 giorni; ed anche per casa sono in pensiero. Che il Signore ci
assista! … 8
settembre = Natività di Maria Santissima. Quanti ricordi vicini e
lontani! Tanti anni fa fui a San Luca con la mamma, ci si tornerà più?
… O mia cara buonissima mamma, mia diletta famiglia …! 12
settembre = Sera. Piove. C’è la nebbia, fa scuro e sono agli
avamposti! Domani è il mio compleanno il 27-esimo … 18
settembre = Azione dimostrativa davanti a l’Ortigara. Gran fuoco.
Alla sera giunge l’ordine di rientrare ai nostri avamposti. 22
settembre = Rientro all 136-esima Compagnia. Si va a ridosso di Cima
Caldiera. Al lavoro sulla stessa cima … 23
settembre = Un giorno di riposo! Quale gioia voluttuosa dormire la
notte! … 24
settembre = Uno sguardo nella Val Sugana da Cima Caldiera: Strigno,
Telve, Ospedaletto, Borgo, Roncegno. Pare un sogno eppure anche laggiù
c’è la guerra … 27
settembre = Cima Caldiera.
E’ gloria della nave anche
sdruscita il
dire: io fui delle tempeste in mezzo. Virtù
che della vita non
sostenne le lotte, io non apprezzo. P.Fornari. 29
settembre = Sandro in licenza di sei giorni. Giuseppe in licenza di 40
giorni. Quale gioia avrebbe la mamma se ci fossi anch’io … 5
ottobre = Neve. 6
ottobre = Di pattuglia a Dozzo dell’Ortigara. Nevischio, freddo … 10
ottobre = Ho fatto domanda di licenza per esame … 20
ottobre = Nevica forte. Oggi parto per la licenza! 21
ottobre = Giungo a casa quasi inaspettato. Riveggo i miei cari. Mio
fratello Giuseppe convalescente dal Carso. 22
ottobre = Un foruncolo al labbro superiore mi tiene a letto per tre
giorni! Sono proprio fortunato! … 23/24
ottobre = Come è bella la casa! Come si sta bene con la famiglia! 25
ottobre = A Cento in bicicletta; rifaccio la strada di sette anni fa!
Come era diverso allora! 26
ottobre = A Bologna in bicicletta; poi a casa! Beata la mia casa. 27
ottobre = Sostengo l’esame di Storia della Filosofia senza avere
nemmeno aperto il libro. Prendo 18 … 28
ottobre = A Milano! Bello il viaggio! Bella la città, trovo mio
fratello Sandro, soldato del 99. 29
ottobre = Torno a casa. Bologna è piena di profughi dal Friuli! … 30
ottobre = Partenza da casa! Addio mia cara mamma, mia cara famiglia!
… 31
ottobre = Partenza da Bologna. Arrivo a Padova. Profughi, sbandati,
francesi … Arrivo a Primolano e torno subito al solito posto. 1
novembre = Viaggio da Primolano in camion fino a Campo Spa. Arrivo al
battaglione: notte in linea. Neve. Addio Italia. 2
novembre = Giorno dei morti. Attesa ansiosa. Nel Friuli ferve la
pugna! 9
novembre = Di retroguardia. Parte il Battaglione e noi, in pochi,
restiamo in faccia al nemico … 10
novembre = Che notte terribile! Soli in faccia al nemico! Con la
tormenta e la neve! Però che coraggio! … 11
novembre = A sera ci si ritira anche noi. Baracche in fiamme. Abeti
incappucciati di neve. Colonna triste e silente. Che dramma! 12
novembre = Arrivo a Val Maron. Freddo e fame. In linea a Cost’Alta.
Notte nella neve. Temevo di gelare ! … 13
novembre = Finalmente si arriva a Fosa … Ordine di sgombro … Gran
confusione! 14
novembre = A Valstagna, Rivalta, raggiungo la Compagnia. 21
novembre = A Collicello per riprendere la posizione! 23
novembre = Prigioniero! 24
novembre = Feltre. Belluno. Fame. 25
novembre = Belluno. Vittorio. 26
novembre = Vittorio. Sacile. Fame. Freddo. 27
novembre = Sacile. Pordenone. 28
novembre = Pordenone. 29
novembre = Pordenone. Codroipo. Fame. 30 novembre = Mio onomastico. Codroipo-Udine. 1
dicembre = In treno a Udine. 2
dicembre = Arnoldstein. Fame. Villach: rancio. 3
dicembre = Lubiana. Finalmente si può mangiare. 4
dicembre = A Lubiana. Bel castello ove fu pure per poco Silvio
Pellico. Cielo nebbioso da prigioniero. 6
dicembre = Lubiana. Si parte alle 14 per l’Ungheria. 7
dicembre = In viaggio attraverso la Stiria: bel paesaggio. Pianura e
montagna, casette linde e gaie. 8
dicembre = Si mangia al ristorante: non ci sarebbe male se non
mancasse il pane. Entriamo in Ungheria. A sera arriviamo al Danubio.
Neve e freddo. 9
dicembre = Arrivo al campo di Kenyermezo. In mezzo ai prigionieri
russi. In baracca: freddo e fame. A sera si mangia senza pane. 10
dicembre = Ieri sera ho fatto un bagno e ho dormito bene. Però sento
una debolezza come se fossi malato. Oggi telegrafo a casa: mandatemi
biancheria e pane! … Povera mia famiglia! 11
dicembre = Ho scritto a casa: ho chiesto pane. Mia cara adorata
famiglia, potrò io rivederti? Potrò io godere nel tuo seno ancora la
pace e il pane fatto dalla mamma? 12
dicembre = Su questa pianura ungherese cade triste la neve, così come
i miei pensieri cadono tristi sul cuore disfatto! Mia povera famiglia,
quando potrò io rivederti? Mio buon Dio potrò io ritornare quel che
ero? … 15
dicembre = Sole e fame! 16
dicembre = Idem. Governo ladro! Onomastico della mamma. Povera mamma! 18
dicembre = Oggi ho scritto a casa. 19
dicembre = Una pagnotta costa 10 lire! 20
dicembre = Un quarto di pane, acqua calda e un poco di verdura! Ecco
il nostro nutrimento. E chi fu causa di tanto male? 21
dicembre = Ho scritto a casa ridomandando pane. Temo crepare di fame! 22
dicembre = Sabato. Quanta malinconia e quanta fame! Potessi ritornare
a casa mia! Povera mamma, povera mia famiglia! 23
dicembre = Neve, fame, noia! Una noia che avvilisce, che distrugge,
che uccide. La vita del prigioniero è peggio che la morte. 24
dicembre = Vigilia del Santo Natale. Ho scritto a casa chiedendo, per
la terza volta, il pane. Che sarà oggi a casa mia? Certo pianto e
mestizia. Mia povera mamma, mia diletta famiglia, mio caro babbo:
quando terminerete di piangere e di soffrire? E voi miei due fratelli
soldati? 25
dicembre = Martedì. Santo Natale. Cosa mirabile! Oggi si può dire
d’aver mangiato, Deo gratias! Che sarà a casa mia? Pax in terra
hominibus! Fosse vero! 26
dicembre = Fame come al solito. Messa detta da un prete austriaco.
Questo è il giorno in cui si andava a casa dal collegio! … 27
dicembre = Ho scritto a casa: per la quarta volta ho chiesto del pane.
Che dirà la mia povera famiglia? … Corrono voci di pace. 28
dicembre = La mia prigionia è peggio che schiavitù. Guardie ovunque:
non puoi neppure guardare al cielo. Dinieghi e privazioni di ogni
sorta! 29
dicembre = Sono senza un soldo! Ho fame! Non ho biancheria da
cambiarmi! Sono in schiavitù! Mio Dio quale miseria … 30
dicembre = Cosa faranno i miei genitori, i miei fratelli? Come si
viveva bene a casa anche da poveri! 31
dicembre = Oggi gran festa: minestra di fagioli e un poco di carne!
Eppure per noi poveri affamati, questo pranzo, che un operaio
d’Italia sdegnerebbe, sembra tanto! Molti dei miei compagni di
prigionia hanno ricevuto telegrammi dalle loro case; io no. Certo la
mia povera famiglia ha ragione, lo farà per economia: un telegramma
costa caro, dieci lire, le quali sono per un povero una sommetta
discreta. Due miei fratelli sono sotto le armi e forse anch’essi al
fronte. E così termina quest’anno scellerato, quest’anno della
mia rovina e della mia disperazione! Ma
in che modo termina, o vigliacchi che dichiaraste la guerra? Sopra di
voi, vili ciurmadori, cada il sangue delle tante inconsce vittime
della vostra ambizione mai sazia. A voi, assassini, ben pasciuti e
satolli, possa coglier la fame di questi trecentomila prigionieri e
l’affanno delle povere madri delle provincie invase. Briganti!
Cannibali!
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